Il cast del Milanese Imbruttito (circondato da partecipazioni di contorno eccellenti, come Paolo Rossi, Lucia Vasini e Cochi Ponzoni, per citare i primi) nel 2017 ha lanciato questo film, forse poco conosciuto ma da rivalutare. Vediamolo insieme, buona lettura!
La Trama
Tre ragazzi, stanchi delle loro vite e dei lavori noiosi o sottopagati, cercano di sfondare nel mondo della produzione multimediale di video emozionali.
Dopo le prime porte in faccia sembra presentarsi l’occasione d’oro ma l’altra faccia della medaglia pone una pericolosa ed insidiosa questione morale.
I nostri “eroi” si troveranno ad un bivio: accettare soldi provenienti da fondi pubblici ed europei riciclati in modo improprio dalla onlus (150k, per intenderci) o mantenere saldi i principi a cui si erano votati da giovani? Nello specifico: non lavarsi per una settimana, capelli rasta, manifestazioni anti governative e l’idea di cambiare il mondo in spiaggia, di notte, a ciulare come ricci con il riflesso della luna sul mare?
Il film
Già solo per poter ammirare alcuni capisaldi della comicità del passato vale la pena vedere questo film: troviamo Paolo Rossi, Lucia Vasini, Cochi Ponzoni… poi arriviamo alle note dolenti, con Mandelli che prova a fare il Milanese Imbruttito. Germano Lanzoni nel film ha un altro ruolo e hanno cercato un altro comico. Peccato davvero.
Mandelli a parte troviamo Ruggero dei Timidi in una piccola parte, Valentina Lodovini che mischia sempre sensualità e saggezza come nella serie di film Benvenuti al Sud/Nord… insomma il parterre di bravi attori, con alti e bassi come dicevamo, non manca. E la storia?
La storia parla di tre amici che, come sempre accade nella vita, partiti con ideali di ribellione anticonformismo, appena vedono due soldi si accasano immediatamente e accettano il lavoro sicuro del suocero/cognato o parente più prossimo, pur di non dover patire la fame.
Rinunciano alle lotte di piazza, bruciano le bandiere nel cortile e si preparano per il barbecue della domenica, con una griglia da 600 euro pagata cash.
La critica sociale del film
É triste dire questa cosa ma, come confermato da Germano Lanzoni in una sua intervista, “oltre al lato artistico devi riempire il frigorifero, per cui devi unire cose commerciali a cose gratificanti”, come recitare 3 ore di Shakespeare a menadito o lavorare nel teatro sperimentale.
Poi, visto che le bollette arrivano tutti i mesi e non puoi far vivere la tua famiglia sotto ad un ponte con i bidoni accesi e i cartoni del Lidl come coperta… fai i matrimoni, la pubblicità, la comparsata carina, un turno di doppiaggio dove interpreti un facocero in calore e cose simili.
Molti artisti bohémien credono di poter vivere come nell’opera omonima, La Boheme, scrivendo su fogli di carta igienica e recitando poesie al chiaro di luna, con due gatti sul tetto che si guardano perplessi ad udire tali versi in rima. Poi si rendono conto che al Lidl oltre alle belle parole servono i soldi e quindi si riducono anche a fare cose svilenti, pur di poter mangiare.
Il dramma dei nostri protagonisti nasce dal fatto che il contratto milionario che stanno per firmare a breve comporta delle implicazioni etiche notevoli, ragion per cui iniziano i drammi, i dilemmi, i flash-back, i ricordi di quando la doccia era un optional e via nel viale dei ricordi.
Il conflitto emotivo che vivono i nostri protagonisti rappresenta il passaggio dal mondo utopico, sognatore e idealista costruito negli anni della maturità o dell’università e la vita reale.
Purtroppo, anche senza la guerra tra Ucraina e Russia (che speriamo cessi al più presto) e una pandemia globale data dal Covid-19, la situazione lavorativa in Italia non è delle più rosee: io stesso ho dovuto girare varie aziende per trovare un’opportunità a lungo termine, come stavo cercando.
Concludendo
Con la classica ironia che caratterizza i prodotti de Il terzo segreto di Satira vediamo un film divertente, agrodolce che ci spinge a riflettere sui temi della disoccupazione giovanile e sulla crescita interiore, che comporta dover accettare la realtà per com’è.
Purtroppo la realtà lavorativa differisce dalle situazioni accademiche ideali, l’unica speranza è trovare un posto di lavoro dove ci troviamo bene con colleghi non dico amici, ma accettabili.
Ottimo reparto musicale, poche canzoni ma scelte bene, curata la fotografia. Il messaggio finale che, alla fine, l’amore vince sulle ideologie è un toccasana per i tempi che stiamo vivendo.
Ideale per una serata divertente con spunti di riflessione per la famiglia a fine visione, consigliato vivamente.
Voto: 9/10
Marco
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