La Pixar molla i temi della scuola materna e arriva alle medie: buona lettura!
Lo so cosa state pensando… sì il disegno è mio, è una vita che non toccavo la tavoletta grafica. Se l’esperimento fallisce basta disegni autoprodotti ahahah
La trama
Mei Lee viene da una famiglia asiatica molto ligia al dovere, alla preparazione data dallo studio e al rispetto ossessivo della tradizioni di famiglia (vivono in un tempio).
Al compimento dei 13 anni Mei Lee si rende conto che, a fronte di emozioni forti, si trasforma in un gigante panda rosso odoroso e capace di enormi disastri.
Dopo una forte depressione iniziale si scopre che è una tradizione di famiglia trasformarsi e la invitano a partecipare al rituale quando ci sarà la prossima luna rossa.
Nel mentre i 4Town, un gruppo di adolescenti figli di gel e brillantina (classica boy band americana), manda in calore tutte le ragazzine di Toronto, che farebbero letteralmente di tutto pur di trovare i 200 dollari necessari per partecipare al concerto.
Il panda, a questo punto, sembra una facile scappatoia per far soldi ma non è tutto panda quello che odora di fogna a cielo aperto…
Il film
Accantonate momentaneamente le avventure alla scuola materna di Bonnie (Toy Story 4), dopo aver perso l’Oscar come miglior film di animazione (andato ad Encanto della Disney anzichè a Luca ), probabilmente la Pixar voleva tornare a fare ciò che sa fare meglio: parlare di sentimenti nell’universo femminile.
Vedendo l’attenzione a temi maturi degli ultimi film come Luca o il trapianto di amplificatore subito da Woody nel quarto capitolo, ci aspettavamo che questo film fosse tutto incentrato sul menarca, visto che appena la figlia si chiude in bagno la madre si presenta con una vagonata di assorbenti.
A dir la verità qui il film vira su un aspetto differente, ovvero le montagne russe che passano gli adolescenti quando arriva la tempesta ormonale e su come gestire vari aspetti del carattere, tra cui le forti emozioni, qui simboleggiante da un odoroso panda rosso.
Dico e sottolineo la parte olfattiva del personaggio perché ogni volta che alza l’ascella muoiono dei fiori, per cui anche nel film questo aspetto è preponderante.
Il panda diventa quindi un alter ego, tipo Peter Parker e Spiderman/Bruce Wayne e Batman, un modo per diventare qualcun altro e, anziché salvare il mondo o la città dall’invasione del nemico straniero, ci si diverte a mietere soldi per vedere cinque adolescenti platinati capaci di cantare solo con l’autotune dopo aver fatto la permanente al ciuffo.
Anche se non sono maturo come la signora del film dev’essere un pensiero condiviso quello sulle boyband, difatti la madre arriverà a mettere a ferro e fuoco l’intera città, causando più danni di uno tzunami o di una piaga biblica, pur di impedire alla figlia di vedere il concerto.
La realizzazione
Devastazione apocalittiche stile Godzilla a parte il film è piacevole, dolce e mantiene sempre quell’ironia di sottofondo che ormai con gli ultimi film si era un po’ persa.
Qui i personaggi diventano fumetti sudando a catinelle come i personaggi della Ziche, occhi a spillo e bocche grandi, diventano letteralmente dei personaggi di gomma per intrattenere e amplificare le emozioni. Sostanzialmente è l’animazione 3D che cita l’animazione classica, un cameo sempre gradito.
Probabilmente uno dei primi film Pixar ispirato all’animazione manga/anime giapponese.
Come da film Pixar non c’è gente che va in strada a cantare perché gli autori non stati capaci di scrivere dialoghi lunghi più di 3 minuti, mantiene una certa sobrietà e ritmo, spiegandoci nel modo più giocoso possibile i cambiamenti di una adolescente canadese arrapata dalle boyband.
É un film importante soprattutto per spiegare ai figli pre-adolescenti che non c’è bisogno di bruciare la tradizione per andare in strada a spaccare bottiglie di vetro o a ribaltare cassonetti incendiandoli mentre si ascolta il metal a tutto volume, avendo rinnegato la doccia come gesto di Satana per una settimana intera.
Guida i ragazzi cresciuti con i film Pixar (e i loro figli) verso una conclusione logica, integrare le due cose con genitori capaci di accordare fiducia senza dover pedinare i loro figli stile ispettore Derrick.
Concludendo
Un film bello, intelligente e divertente, che oltre ad un’animazione eccellente porta con se una comicità intelligente non basata sui peti e forti metafore da tramandare alle future generazioni. Tra l’altro per vederlo non dovete nemmeno uscire di casa, è già disponibile su Disney+ (il costo lo ignoro avendolo visto conto terzi: informatevi bene, conoscendo la Disney potrebbe essere una sorpresa non da poco) per cui basta prendere i pop-corn, mettersi sul divano tutti insieme e premere Play, alzando il volume a condanna di modo che anche il pensionato al piano di sotto possa sentire in modo chiaro e distinto tutti i dialoghi.
Mi è difficile trovare dei difetti, sono stati veramente bravi. Fermatevi e non scappate al cesso dopo i titoli di coda, c’è un piccolo easter egg nascosto dopo i titoli di coda dove verranno svelati segreti importanti sul padre di Mei Lee!!
Voto: 10/10
Marco
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