La sposa assassina che ha affascinato le nostre menti sbarca su questo spazio, assetata di vendetta: buona lettura!
La trama
Una spietata killer denominata Black Mamba sta convolando a nozze ma Bill, il suo capo, non è della stessa opinione e manda una squadra di sicari. Incredibilmente riesce a sopravvivere, anche se perde il figlio che portava in grembo ed ora nei suoi occhi compare una sola parola: vendetta. Una ricerca senza sosta dei sicari che le hanno rovinato il giorno più bello della sua vita per giungere, finalmente, a lui: Bill.
Il volume 1
Il primo volume è un omaggio al cinema orientale, citando come di consueto stili diversi: anime giapponesi, film di kung-fu, inquadrature da classico western americano e così via.
Dovendo focalizzarci su un dettaglio la storia di O-Ren Ishii (Lucy Liu) narrata tramite gli anime giapponesi è molto particolare: un segno grezzo ma estremamente preciso, inquadrature molto profonde che mostramo il dolore della bambina quando il materasso, intriso del sangue della madre, inizia a riempirle il viso con una doccia molto particolare. Piccole gocce di sangue che segnano il viso di una bimba che perde la sua famiglia a causa dei sicari della Yakuza, piccoli sguardi di vendetta che si trasformeranno in una scalata al potere senza precedenti, portandola ad essere la donna più potente del Sol Levante.
Per il resto troviamo i dialoghi scritti e messi in scena da Tarantino, frasi epiche che si accompagnano a scene studiate nella composizione fino all’ultimo fiore posato sul tavolo: musiche talvolta sincopate e coinvolgenti ci rapiscono, coinvolgendoci totalmente nella scena, senza possibilità d’appello. Il potere vibrante di Tarantino emerge da ogni scena, traboccante di sangue o meno: un taglio pulito, brillante, raffinato, senza sbavature. Come le katane che lui tanto adora.
Molto interessante anche il gioco di utilizzare gli stessi attori per parti diverse, grazie all’impiego di stratagemmi (occhiali, maschere e quant’altro); un modo per poter godere di due interpretazioni diverse nello stesso film, un prezioso regalo per lo spettatore.
L’arco temporale dove Beatrix è una mamma che si sta per sposare viene interrotto da questa furia vendicativa, per poi chiudersi in modo perfettamente circolare alla fine del secondo capitolo. Una professionista che, nonostante le difficoltà, riesce a far piazza pulita degli invitati indesiderati al suo matrimonio, ripagandoli con la stessa moneta ricevuta.
Il volume 2
Il secondo volume è fortemente ispirato ai film di kung-fu, ma con un approccio molto più americano. Oltre alle celebri katane di Hattori Hanzo incontriamo fucili e pistole di vario calibro, la classica accoglienza texana che porterà Beatrix Kiddo (finalmente scopriamo il nome del personaggio di Uma Thurman) ad essere seppellita viva dal fratello di Bill. L’inquadratura dall’interno della bara, seppur claustrofobica, non ha sbavature e dosa la luce in modo sapiente per svelarci pian piano i dettagli necessari.
Tuttavia gli insegnamenti di Pai Mei le salveranno la vita, permettendole di raggiungere il tanto agognato Bill.
Una volta raggiunto Bill assistiamo a dialoghi notevoli, dove si parla della filosofia del supereroe e di come questo sia chiamato ad indossare una mschera. Tutti supereroi, infatti, da persone comuni indossano un costume e diventano Batman, Spiderman, Lanterna Verde e via elencando. Superman, come fa notare un eccellente David Carradine, nasce Superman (lui proviene dal pianeta Krypton) e la maschera che indossa, Clark Kent, è la critica alla società americana contemporanea: debole, insicura, pavida. Beatrix, sposando un fallito che gestisce un negozio di dischi usati, avrebbe indossato una maschera per il bene della figlia: una “killer per diritto di nascita” tende, prima o poi, a far emergere la sua natura.
Il finale regala un sogno di speranza alla sala, una piccola ciliegia per chiudere in bellezza quest’opera.
Conclusioni
Nati in realtà come un unico film, Tarantino fu costretto a dividerli dalla produzione, che riteneva il film troppo lungo. Sarebbero stati necessari dei tagli, che ovviamente Tarantino si è rifiutato di fare. Il compromesso finale è stato realizzare due film, in modo da preservare l’idea originale del film, senza rinunce. Per entrambi i capitoli risulta magistrale l’uso del bianco e nero per evidenziare ricordi, scene drammatiche, per valorizzare uno sguardo, per enfatizzare un momento particolare che sarebbe passato inosservato dalla presenza dei colori.
L’ironia e l’humor tarantinano si mescolano in modo sapiente e calibrato alla goccia con scontri sanguinari, flashback dettati dal bianco e nero e dalla poesia: puro ossigeno per la nostra mente, una riproduzione fedele e dettagliata in qualsiasi genere.
Un must di Tarantino, immancabile nella collezione di qualunque cineasta.
Voto: 10/10 con bacio della sposa
Marco
Commenti su: "Kill Bill Volume 1 e 2" (1)
[…] vedere un film (anzi due) fatto come si deve, con una tensione veramente palpabile, guardatevi Kill Bill di Tarantino e scordatevi di questo film. I sudori freddi che vi farà passare Tarantino vi […]