…soprattutto quando si fa una buona presentazione. Si può presentare un piano di comunicazione ad un’aula universitaria con relativo docente senza farli crollare nel sonno profondo? Evidentemente sì, vediamo insieme come. Una piccola guida di tecniche per concludere con il sorriso una carrellata di slide evitando che, come spesso succede, non si legga una benemerita mazza/le persone si annoino/l’attenzione vada persa per dettagli ininfluenti.
Per prima cosa portate i vostri materiali: la vostra presentazione sul vostro portatile è la cosa migliore che possiate mostrare, in quanto sono disponibili i vari programmi con cui avete lavorato e sono presenti tutti i file del vostro progetto (video e tabelle/grafici Excel compresi). Nel caso di un Mac portatevi un adattatore mini port/vga per esser sicuri di poterlo collegare al proiettore presente in aula.
Nel caso il proiettore non collabori, dopo aver passato in rassegna tutte le imprecazioni presenti nell’antica Grecia, potete girare il portatile verso il pubblico e mostrare, seppur in piccolo, il vostro lavoro.
Nel caso l’aula sia grande ricordatevi di girare, muovetevi, coinvolgete anche le file di mezzo. Non fissate perfetti sconosciuti (passereste per molestatori inopportuni) ma cambiate spesso persona per vedere le varie reazioni (se avete amici nel pubblico approfittate di quelli).
Ripassate le vostre slide e ampliate i concetti a mano libera, dimostrate la vostra indipendenza dal mezzo meccanico: accanirvi a leggere riga per riga ciò che compare sullo schermo è noioso e ridondante.
Le slide devono essere leggibili: preferibili pochi concetti chiari ampliati a voce con sfondi chiari (lo scuro/nero rende difficoltosa la lettura e sforza maggiormente la vista) o sfumati, in modo che il testo risalti in modo naturale riducendo lo sforzo per la lettura al minimo sindacale. Rendete le vostre slide user friendly e non solo baracconi pirotecnici inutilizzabili.
Altra cosa spesso sottovalutata: controllate eventuali refusi. E’ questione di un attimo e scatena l’ilarità generale, facendo perdere il filo del discorso. Nel caso ve ne accorgiate fate finta di niente: il sottolineare questa falla porta tutti a concentrarsi solo su quello, ignorando il resto del discorso. The show must go on, tirate dritto come se niente fosse.
Coinvolgete il vostro pubblico nella discussione, lanciate qualche domanda e approfittatene per interagire, magari aprendo in modo informale con un bel salve a tutti e presentandovi: chi vi ascolta è giusto che sappia il vostro nome, sarà più interessato e si sentirà maggiormente tirato in causa.
Questione microfoni: se il microfono c’è attaccatelo alla vostra polo/camicia e amen, se non va/non si sente/crea ostacoli liberatevene: avere vincoli ritarda la presentazione, distrae le persone con il vostro continuo armeggiare e risulta controproducente per la vostra immagine.
Niente mani in tasca: non state passeggiando per le strade di Parigi fischiettando le canzoni di Aznavour, state spiegando dei concetti che devono essere recepiti nel minor tempo possibile.
Riducete al minimo le espressioni gergali e cercate di utilizzare il lessico specifico: il pubblico, anche se a volte può sembrarlo, non è lobotomizzato e ha il sacrosanto diritto di capire esattamente ogni virgola del vostro argomentare.
Non spaventatevi davanti alle domande, preparatevi mentalmente il vostro prossimo attacco (utile se è una presentazione con più componenti che intervengono) e andate a colpo sicuro: se non siete sicuri nemmeno voi di quello che state dicendo il pubblico vi darà minore credibilità e vi scambierà per ciarlatani.
Per il resto buona fortuna: una buona presentazione è il migliore biglietto da visita 😉 .
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